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una forza della natura, una natura epilettica e continua-
mente sorprendente. Piú che Napoli, dove la forza è or-
mai debolezza, cioè isterismo, egli era la Campania, quei
contadini e carrettieri furibondi che premono alle porte
di Napoli; la terra felice dove il pensiero non esce dai
confini del sesso, dal tumulto e il peso del sangue. In un
momento era un altro, senza controllo, beato. Pure, non
era un fatuo. Anche la sua violenza e la sua vanità erano
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Anna Maria Ortese - Il mare non bagna Napoli
paurosamente serie. Come aveva avvertito, egli non sa-
peva ridere. La sua visione della vita non andava piú in
là dei meccanici contorcimenti del popolo. Queste cose
egli descriveva in modo perfetto, ma remoto, essendo
egli stesso remoto, antichissimo figlio della natura. Ove
non si fosse compiaciuto di questa sua antichità, sarebbe
stato perfettamente antico e inconcepibile. Ma egli se ne
compiaceva, naturalmente, sapeva d essere antico, e ba-
stava questa compiaciuta coscienza a svuotare le sue for-
me d ogni verità, determinando cosí una frattura nel suo
mondo creativo. Cosí che la parte piú attiva e piú vera di
lui era in quelle sue cupezze, quell avidità, in quel so-
spettare continuamente e continuamente temere il giu-
dizio di Luigi, non in quanto letterato, ma uomo, spec-
chio, sebbene offuscato, di quel poco di coscienza che si
era fatta strada, dopo la guerra, a Napoli.
Vuotò la sua tazza di un fiato.
Di la verità, a te il popolo non ti piace! mi disse
poi Bruscamente, venendo a sedersi al mio lato.
Aveva ripreso l aria tranquilla che gli conoscevo,
guardinga, un po dura.
Lí per lí non seppi cosa rispondere.
Ti sei scandalizzata, poco fa, che ho abbracciato
mia moglie. Tra voi, queste cose non si fanno. Siete degli
ipocriti.
Neppure questa volta, Vasco e io fiatammo.
Perché, non ho ragione? chiese rivolto a Vasco.
Hai ragione, solo che noi non ci siamo affatto scan-
dalizzati, disse Vasco. Noi semplicemente guardava-
mo.
E avevate qualcosa a ridire, forse?
Niente, disse Vasco.
Niente, diss io.
Sorrise. Un pensiero straordinario gli era passato per
la mente e, senza piú curarsi di Vasco, guardandomi sot-
tecchi, cominciò a sfilarsi le scarpe, e mi spiava per ve-
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dere se questo fatto riusciva a turbarmi. Aveva certe cal-
ze di filo, azzurrine come i calzoni, macchiate di giallo in
punta.
Ti piacciono queste calze?
- Chiesi quanto costavano, e tornò ad irritarsi.
Dici che devi fare l inchiesta, e ancora non mi hai
fatto nessuna domanda. Avanti, scrivi.
Prese lui stesso il quaderno a righe che avevo messo
sul tavolo, e svelto svelto me lo appoggiò sulle ginoc-
chia. Intanto mi spiava, per vedere se osservavo i calzini.
E dondolava il piede, proprio sotto il mio naso, affinché
li guardassi. Io non sapevo che domande fare, e me ne
stavo lí, impacciata, con gli occhi bassi e un che, nella
faccia, di confuso. Il che vedendo, e interpretando come
uno smarrimento femminile, mosso da pietà, e insieme
preoccupato per la chiarezza dell inchiesta, mi strappò
dalle mani il quaderno che un momento prima mi aveva
dato, l aprí e si mise a scrivere lui stesso, con grande e
meticolosa attenzione, e una certa calma contadina.
Aveva, per forza, dovuto rimettere i piedi a terra; ma già
preso nella sua piú profonda passione e cura della pro-
pria fama, aveva dimenticato quel capriccio. Quando mi
restituí quel quaderno, perché rientrava Cora già col ca-
pello in testa (un tubino nero con due piume verdi, luc-
cicanti, e la veletta), vidi che mi guardava con uno
sguardo brillante e pieno di sottintesi ormai solo profes-
sionali, che m intenerí. Detti un occhiata al quaderno.
Sotto una paginetta fitta di notizie intorno alla sua ope-
ra, e di quei nomi di critici che lo avevano celebrato, fi-
gurava anche un numero, il 200774.
E questo cos è? chiesi.
Non ci vedi? Sta scritto sotto, disse guardando
Vasco con uno strano sorriso negli occhi, la mia tesse-
ra d operaio.
Vasco non disse nulla, e neppure Cora, e neppure io.
E Rea, dopo un poco, benché non fiatasse, s era nuova-
mente incupito.
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Anna Maria Ortese - Il mare non bagna Napoli
Di lí a qualche momento uscí per andare a vestirsi, e
vidi che anche la luce delle nuvole, in quel frattempo,
era diminuita.
Traduzione letterale: Che cosa significa questa notte?
Prisco e La Capria , mi dicevo piú tardi, col viso in-
collato al finestrino dell auto, mentre la strada dell Are-
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