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nascosto utilizzato dai trafficanti di meticci, e la stessa strada
seguita dagli uomini che avevano in custodia il cadavere di
Suydam per riportarlo a casa. Questi non vennero mai identificati,
e ancor meno ritrovati.
Il medico di bordo, tuttavia, non è perfettamente convinto
delle semplici spiegazioni date dalla polizia. Era chiaro che
Suydam doveva essere a capo di una potente organizzazione di
immigrazione clandestina, dal momento che il canale che arri-
vava a casa sua era solo uno dei tanti che furono scoperti nei
dintorni. Sotto la sala da ballo, si trovava un cunicolo che por-
tava dalla sua abitazione alla cripta della chiesa, alla quale si
poteva accedere unicamente passando per un piccolo passaggio
segreto posto nella parete nord, e nelle cui camere furono
rinvenuti alcuni oggetti insoliti e spaventosi.
Vi trovarono l'organo gracidante, una cappella con inginoc-
chiatoi di legno, ed un altare con delle misteriose scritte. I muri
della cripta comunicavano con delle piccolissime nicchie, in
diciassette delle quali - è arduo raccontarlo - c'erano dei prigio-
nieri incatenati e ormai preda della follia, dei quali quattro
erano madri con i loro bambini, dall'aspetto spaventoso e de-
forme. I bimbi morirono non appena furono portati all'aperto,
un fatto che in verità fu una fortuna, per loro, a sentire i medici.
Tra coloro che li esaminarono, nessuno si ricordò della
conturbante domanda posta dal vecchio Delrio:
An sint unquam daemones incubi et succubae, et an ex tali
congressu proles enascia queat?.(8)
Prima di coprirli, i canali furono attentamente dragati, e
venne fuori un numero pazzesco di ossa rotte e segate di ogni
dimensione. Vennero così spiegati i rapimenti dei fanciulli,
anche se fu possibile incriminare soltanto due persone.
Lo scanno d'oro di cui Malone aveva parlato più volte non fu
mai ritrovato, sebbene uno dei canali dell'appartamento di
Suydam fosse così profondo da non consentire il dragaggio.
Quando avevano costruito le cantine dei nuovi appartamenti,
era stato ostruito all'entrata e quindi cementato, ma Malone si
chiedeva di frequente che cosa giacesse mai là sotto.
La polizia, contenta di aver messo le mani su una pericolosa
banda di trafficanti di meticci, affidò gli adepti curdi della setta
Yezidi degli adoratori del demonio ai federali, visto che non fu
possibile accusarli formalmente di nulla.
Il vapore e la sua ciurmaglia restarono un mistero, nono-
stante la vigilanza continua degli impavidi investigatori che
combattono incessantemente il contrabbando di alcoolici e
l'immigrazione clandestina.
Secondo Malone, questi investigatori sono troppo pochi,
oltre a non essere sufficientemente motivati a fare luce su nu-
merosi dettagli di quella vicenda poco chiara. Inoltre è preve-
nuto verso i giornali, poiché misero in risalto solamente il lato
morboso della faccenda e dichiararono che ci si trovava di
fronte ad un piccolo gruppo di sadici, anziché ammettere che si
trattava di un male che minava il cuore stesso dell'universo. In
tutti i modi, è ben felice di starsene isolato a Chepachet a curare
i nervi, e spera che il tempo releghi nel limbo mitico e pittoresco
dei sogni remoti la sua tremenda esperienza.
Robert Suydam è seppellito vicino alla moglie nel cimitero di
Greenwood. Nessun funerale fu celebrato per le sue ossa venute
così stranamente alla luce, ed i parenti si rallegrano della
rapidità con la quale l'intera vicenda venne dimenticata.
I rapporti tra lo studioso ed i fatti spaventosi di Red Hook
non vennero mai accertati con sicurezza, poiché la sua morte
pose fine all'inchiesta che altrimenti lo avrebbe coinvolto. La
vera causa del suo decesso è rimasta nel vago, ed i Suydam
preferiscono pensare a lui come ad un eccentrico, dall'animo
sensibile, che si interessava bonariamente di magia e di folklore.
Quanto a Red Hook, non è affatto cambiato. Suydam vi arrivò
e se ne andò, ed un morbo malvagio vi nacque e si spense:
ma il tenebroso spirito della notte si aggira ancora tra i meticci
che abitano in quei decrepiti fabbricati di mattoni e tra le bande
criminali. Quando passa per caso un visitatore, vengono ancora
chiuse le tende delle finestre, dietro le quali appaiono fugacemente
volti torvi e brillano strane luci.
L'orrore primordiale è un'Idra dalle cento teste, e i culti delle
tenebre affondano le loro radici in abissi più profondi del pozzo
di Democrito. Lo spirito della Bestia è imperituro e vittorioso, e
le processioni di Red Hook - quei giovani dagli occhi velati e
dalla faccia rovinata - seguitano a salmodiare, a peccare e a
gridare, mentre sprofondano di abisso in abisso, verso una meta
ignota, spinte da cieche leggi genetiche che non saprebbero
neppure comprendere.
Sono più quelli che arrivano, di quelli che lasciano Red Hook
via terra, e già si riodono voci echeggiare in nuovi canali sotter-
ranei che finiscono in certi nascondigli in cui si fa contrabbando
di liquori e di altre cose irripetibili. La chiesa è stata adibita a
sala da ballo permanente, ed alle sue finestre, di notte, appaiono
loschi figuri. Ultimamente un poliziotto ha affermato
con sicurezza che la cripta è stata riaperta per scopi molto poco chiari.
Ma come si fa a lottare contro morbi più antichi della storia dell'uomo?
Le scimmie, in Asia, danzavano dinanzi a quegli orrori, e tra i
muri di mattoni sconnessi, dove si celano ombre furtive, il
cancro attecchisce e si propaga tranquillo.
Se Malone ha addosso i brividi, ne ha ben ragione: proprio
l'altro giorno, difatti, un poliziotto ha udito per caso una meticcia
dagli occhi a mandorla insegnare ad un bambino certe parole in
dialetto bisbigliate all'ombra di un cortile. Tendendo meglio
l'orecchio, gli è parso piuttosto strano che la vecchia le ripetesse
fino alla nausea:
O compagna e amante della notte, tu che gioisci quando ululano i cani ed il
caldo sangue è versato, tu che vaghi con i fantasmi fra i sepolcri, che
hai sete di sangue e trafiggi con gelido terrore il cuore dei mortali,
Gorgo, Mormo, luna dai mille volti, volgi propizio il tuo occhio sul
nostro sacrificio!
NOTE:
1) The Horror at Red Hook è molto citato da quanti sostengono che Lovecraft
era in realtà un iniziato alle dottrine magiche, grazie all'affiliazione ad
una setta occulta nel cui ambito veniva trasmesso, fra l'altro, il
Necronomicon. Ciò a causa di alcune formule della magia evocatoria
realmente impiegata nei rituali goetici da esoteristi di ieri e di
oggi, che nel suo racconto Lovecraft cita con competenza. In realtà,
queste formule hanno una duplice fonte:
1. La voce Magic dell'Encyclopaedia Britannica nell'edizione posseduta
da Lovecraft (fonte indicata da lui stesso nelle lettere);
2. L'Encyclopaedia of Occultism di Lewis Spence, da lui posseduta (fonte
certa anche questa, perché una delle formule vi è citata con un errore [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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